Rende, divieto di dimora per Manna: 24 misure, 3 arresti

Rende, divieto di dimora per Manna: 24 misure, 3 arresti

Tre indagati sono stati assegnati agli arresti domiciliari, agli altri sono state invece applicate misure interdittive variabili dai 4 ai 12 mesi. Sequestrate sei aziende operanti nel settore dei lavori edili, tutte con sede a Rende o Cosenza. La magistratura inquirente contesta, inoltre, ipotesi di scambio di favori per ottenere sostegno elettorale.

I capi d'imputazione contestati dalla Procura di Cosenza sono 68. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta vi sono il sindaco di Rende, Marcello Manna, cui è stato imposto il divieto di dimora nella città che amministra; il vicesindaco Annamaria Artese, segretaria cittadina del Partito democratico, interdetta per 9 mesi dalle funzioni pubbliche; l'ex assessore Pino Munno, posto agli arresti domiciliari; i dirigenti comunali Francesco Minutolo, interdetto dalle funzioni per un anno e Roberta Vercillo, interdetta per 6 mesi; l'imprenditore Massimino Aceto, posto agli arresti domiciliari; il funzionario del comune di San Vincenzo La Costa, Giovanni Motta, assegnato agli arresti domiciliari; gli imprenditori Massimo e Michele Mirabelli e Alessandro Sturino, interdetti dall'esercizio imprenditoriale per un anno.

Misure interdittive sono state inoltre disposte nei confronti degli imprenditori e tecnici Emilio e Gianluca Bruni (9 mesi); Pietro De Rose e Pietro Salituro (9 mesi); Francesco Garritano (12 mesi); Roberto Beltrano (9 mesi) Luigi Rovella (9 mesi); Giuseppe Rende (9 mesi); Aurelio Perugini (6 mesi); Andrea Sorrentino (6 mesi); Danilo Luca Borrelli (12 mesi); Franco Borrelli (12 mesi) Bruno Marucci (12 mesi).

Nell'inchiesta risultano indagati pure due finanzieri che avrebbero dato informazioni all'imprenditore Massimino Aceto in ordine a delle verifiche fiscali in corso. I due finanzieri sarebbero stati scoperti e denunciati dai loro stessi colleghi del comando provinciale di Cosenza. Le società poste sotto sequestro sono: Aceto Group srl, Marp Costruzioni, Coimm sas, Redimix, Tecnoimpianti e Marian Mirabelli srl. Tutti gli indagati si professano innocenti e tali sono da considerarsi fino all definizione della vicenda giudiziaria.

 

 

 

 

 

 


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