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Un libro su Umberto Boccioni, l’artista sovversivo più avanti di tutti

Un libro su Umberto Boccioni, l’artista sovversivo più avanti di tutti

Un’opera artistica immensa e rivoluzionaria, una vita piena e fuori dagli schemi, soprattutto quelli del suo tempo, un’eredità fondamentale. Umberto Boccioni è stato uno dei più grandi e geniali pittori italiani, ma la prospettiva con cui è stato raccontato non sempre gli ha reso giustizia. Il saggio di Rachele Ferrario, scrittrice e storica dell’arte, Umberto Boccioni. Vita di un sovversivo (Mondadori, Le Scie) restituisce all’artista la sua dimensione innovativa. Un lavoro durato più di sette anni, con una ricerca di materiali inediti e in cui si dà ampio spazio alla vita e al contesto storico.

"Boccioni ha lasciato un’impronta fortissima nell’arte occidentale. Ho deciso di tornare a raccontarlo quando al Museum of Modern Art di New York ho visto letteralmente muri di persone incantate davanti a La città che sale", spiega Ferrario. "È uno dei suoi dipinti più belli, racchiude tutto: il movimento, il progresso, il sogno di una nuova città. È un’idea di sequenza cinematografica su tela, ha senso dell’epico e il cavallo, animale amatissimo, appare come un presagio funesto".

La vita di Umberto Boccioni si interrompe il 17 agosto 1916, a soli 33 anni, proprio per una caduta da cavallo. "Lui era genio e sregolatezza, impunito nella vita privata e sentimentale, ma dedito al lavoro e alla ricerca. Era un artista totale perfettamente immerso nella contemporaneità. Ha lavorato per le réclame, andava alle corse dei cavalli e delle automobili per studiare il movimento, aveva intuito l’importanza della tecnologia e della psicoanalisi. Sapeva ridere perché aveva molto pianto".

"Era un artista che voleva essere guardato, coinvolgeva sempre lo spettatore. Ha trovato una chiave di racconto del suo tempo senza precedenti e le sue opere crescono a distanza di anni, perché sanno decifrare pure i nostri giorni. Promuoveva una nuova arte, ma avendo fatta propria la lezione dei grandi maestri del passato". Alla portata innovativa dell’opera di Boccioni non sempre corrisponde un’adeguata memoria postuma.

Secondo l’autrice, anche lui sconta, in parte, l’oblio, riservato agli artisti di epoca fascista e pre fascista. "Un errore perché Boccioni ha sì vissuto le temperie che hanno portato al fascismo, ma è morto ben sei anni prima della marcia su Roma". Il saggio di Rachele Ferrario illumina il pittore di nuova luce, «è importante, soprattutto per le nuove generazioni», sottolinea, "perché la sua arte ha ancora tanto da raccontare, soprattutto a loro".

 

 

 

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