Oltre un migliaio di persone ha invaso le strade di Vibo Valentia per la “Marcia per la legalità” organizzata dall’associazione antimafia “Libera”. Un’iniziativa, pensata dopo il maxi-blitz "Rinascita-Scott" di giovedì scorso, con cui la procura di Catanzaro ha decapitato la ‘ndrangheta vibonese, e voluta - hanno spiegato gli organizzatori - per esprimere “vicinanza e gratitudine agli uomini e alle donne dello Stato che quotidianamente sono in trincea per l’affermazione dei principi della legalità e della democrazia nel nostro territorio”.
In una terra in cui troppo spesso boss e latitanti sono stati omaggiati con applausi, inchini e baciamano, nessuno sembrava pronto a scommettere su una partecipazione oceanica ad una manifestazione contro la ‘ndrangheta, il giorno di Vigila di Natale per di più. Ed invece Vibo Valentia ha sorpreso se stessa e forse anche la Calabria. In piazza si sono fatti vedere attivisti, vittime di mafia, testimoni di giustizia, familiari di vittime di “lupara bianca”, le decine di donne e uomini assassinati dai clan e sepolti in tombe senza nome, ma soprattutto centinaia di giovani e semplici cittadini che hanno voluto materialmente riappropriarsi delle strade, delle piazze, della città. Gente di Vibo, ma anche delle zone limitrofe e delle altre province calabresi, che hanno voluto testimoniare “#ancheiosonoStato”, l’hashtag scelto per la manifestazione.
“Gratteri rappresenta il padre e la madre dei ragazzi calabresi” dice una donna, mentre un'altra ringrazia la procura “perché finalmente possiamo passare un Natale libero dalla 'ndrangheta, almeno qui a Vibo”. Libertà, speranza, cambiamento, le parole che a più riprese i manifestanti hanno gridato per le strade colorate dalle bandiere di Libera e da cartelloni e striscioni scritti a mano.
Fra la folla, anche amministratori, sindaci, politici, fra cui il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, che cita Pasolini e fa appello a tutte le forze politiche che a breve depositeranno le liste per le imminenti regionali "Il casellario giudiziario non basta, i candidati scelti siano tutti specchio una specchiata moralità. Qualcuno ha parlato di inconsapevolezza, ma esiste – ancor più in politica – il dovere della prudenza. Soprattutto in questi territori: Certe frequentazioni vanno evitate. Chi rappresenta il potere democratico deve tenersi lontano da determinati ambienti affinché si possa avere un vero cambiamento."
“L’operazione Rinascita-Scott - ha detto il coordinatore di Libera, Giuseppe Borrello, sotto il comando provinciale dei carabinieri dove si è simbolicamente conclusa la manifestazione - nei giorni scorsi “ha liberato territori, come Limbadi, Piscopio, Vibo, Sant’Onofrio dove sono state messe in luce connivenze e collusioni che per troppo tempo hanno determinato il degrado sociale e culturale sofferto dalle comunità che oggi sentono forte la possibilità di spezzare le catene”. E adesso - ha aggiunto - è ora di ripartire, rinascere.
"Ognuno si assuma la propria quota di responsabilità e decida da che parte stare”, scrive il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, che da lontano si è rivolto ai tanti che sono scesi in piazza, invitando i cittadini a “rivendicare i diritti senza scadere nella contraddizione del favore. È arrivato il momento per i commercianti di rompere le catene dell’usura e del racket".